cmcc.itC’era una volta a Giove - CMCC
Intervista di Laura Caciagli Prima il sogno di diventare maestra
elementare. Poi il colpo di fulmine per la geologia con Viaggio al
centro della Terra. Conosciamo meglio Monia Santini, ricercatrice
CMCC della Divisione IAFES di Viterbo, fra collezioni di minerali,
passioni scientifiche e film di gangster americani. Cosa fai al
CMCC? Lavoro alla Divisione scientifica IAFES, che si occupa della
valutazione degli impatti dei cambiamenti climatici sugli
ecosistemi terrestri, e viceversa. In particolare la mia ricerca si
concentra sul ruolo che il ciclo dellacqua, la mia passione, ha
allinterno delle dinamiche degli ecosistemi. Quale strada ti ha
portato al CMCC? La strada dei miei studi accademici, la laurea in
Scienze geologiche alla Sapienza di Roma prima, e successivamente
il Dottorato in Ecologia Forestale allUniversità della
Tuscia di Viterbo. In quegli anni, gli stessi in cui nasceva il
CMCC, ho cominciato a occuparmi di modellistica di erosione del
suolo e del ciclo idrologico, per cui, quando al CMCC è nata
una divisione scientifica che si occupava proprio di alcuni di
questi temi, sono stata fra le prime a entrare nel team di ricerca.
È il lavoro che sognavi da bambina? Sì e no, dipende
da quale età consideriamo. Alle scuole elementari volevo
fare la maestra, come mia madre. Adoravo andare a scuola e studiare
è sempre stata la mia passione. Alle medie, dopo aver letto
il libro di Verne Viaggio al centro della Terra, ho cominciato ad
appassionarmi alle scienze della terra (lunica collezione che abbia
mai portato a termine è stata una collezione di minerali, di
quelle che compravi in edicola) e a maturare la decisione di
iscrivermi al corso di laurea in Scienze Geologiche. Ci racconti
qual è stato il momento più bello della tua vita al
CMCC? ( Non riesco a individuare un singolo episodio, i momenti
belli sono tanti, e corrispondono a tutte le volte per esempio in
cui una proposta progettuale su cui abbiamo lavorato a lungo ha
esito positivo; questo anche perché sono i progetti
approvati che ti consentono di allargare il gruppo di lavoro,
rinforzare le linee di ricerca o di avviarne nuove. Poi ci sono i
momenti che ti danno la carica, i meeting interni, le conferenze,
dove parlando con altre persone nascono mille idee da provare al
rientro al lavoro. Cosa cè sulla tua postazione di lavoro?
Non posso dire di avere una sola postazione; a seconda di
ciò a cui sto lavorando al momento, dei dati che devo
elaborare o dei software che devo utilizzare, mi sposto fra diverse
scrivanie allinterno dellufficio. Qual è il rituale che non
manca mai nella tua giornata lavorativa? Il caffè a
metà mattina, unoccasione per staccare e farsi raccontare le
ultime novità lavorative. Siamo un gruppo molto unito, di
solito ci aspettiamo per il caffè o per pranzare tutti
insieme. Come vai al lavoro la mattina? In macchina; non vivo a
Viterbo, dove si trova lufficio, ma nel piccolo paesino dellUmbria
dove sono nata, Giove; il paese è al confine con il Lazio,
quindi impiego poco meno di mezzora ad arrivare. Che cosa fai nel
tuo tempo libero quando non lavori? Negli ultimi anni di tempo
libero ne ho davvero poco. Non coltivo un hobby in particolare,
perciò quello a cui mi dedico è molto variabile, in
base al momento e a quello che organizziamo in famiglia. Prima mi
piaceva andare in mountain bike, e nei week end mi facevo anche
50-60 km in bicicletta. Cinema o letteratura: dacci un titolo e
spiegaci perché lo hai scelto. Amo molto il cinema,
soprattutto i film che parlano di gangster e mafia americana: ci
sono film come Il padrino (I, II, e III), Cera una volta in America
per me forse il film più bello in assoluto -, Gli
intoccabili dal cast irripetibile Quei bravi ragazzi, che ormai non
so più quante volte ho visto. Li rivedo tutte le volte che
li trasmettono in televisione (e capita spesso!).