Vita.itZamagni: «Ecco perché il terzo settore può gioire per Mattarella»
Perché Mattarella è il miglior presidente che lItalia
potesse darsi? Il giudizio su di lui è positivo è
unanime, e condiviso anche da tanti che non lo hanno votato.
È personaggio che suscita il rispetto di tutti, per la
coerenza della sua storia politica e per le vicende della sua
biografia personale. Ma in che senso è davvero il miglior
presidente? Stefano Zamagni ha avuto solo sporadiche occasioni di
incrociarne le competenze: due occasioni in particolare, durante la
discussione per il decreto 460 sulle Onlus e poi per la legge del
socio lavoratore delle cooperative, quando Mattarella era
presidente della Commissione competente. Professore, cosa la
convince della nomina di Mattarella? Ovviamente il primo dato
è la sua dirittura morale. Che, sottolineo, è anche
lesito della sua convinta spiritualità. È un uomo che
ha saputo chinarsi davanti al dolore altrui, capace anche di gesti
di tenerezza, come quello fuori dalla messa quando ha voluto
fermarsi con tre anziane suore. Inoltre è un uomo umile, nel
senso che ha i piedi per terra: vuole sempre conoscere la
realtà sulla quale poi deve camminare. Dopo anni in cui la
politica è stata dominata dal narcisismo dei leader, questo
mi sembra un bel cambio di marcia. Ci voleva. Sono tutte doti
morali più che politiche& Invece Mattarella ha dato
prova anche di grande competenza politica. Mi riferisco al varo
della legge elettorale, che è stato un vero pezzo di
bravura, in cui è riuscito a far convergere tutti sulla
proposta che lui aveva elaborato. Credo che la sua abilità
politica consista soprattutto nel modo di procedere e quindi di
spuntare le differenze. Il terzo settore avrà un presidente
amico con Mattarella? Ho pochi dubbi. Lui viene dallesperienza
associazionistica a Palermo, in particolare per la sua militanza
nella Fuci dove aveva conosciuto tra gli altri Paolo Ruffilli,
altra vittima di mafia. Ha una grande cultura civile. Ma
soprattutto ha mostrato capacità di perdono. Quando è
sceso in politica, dopo luccisione del fratello, aveva già
39 anni: ma non ha mai approfittato della sua storia personale per
acquisire consensi. Da questo punto di vista la sua posizione mi
è sempre sembrato simile a quella di Leonardo Sciascia, che
guardava con tanto sospetto i professionisti dellantimafia. Un
presidente cattolico dopo due laici. Alternanza salutare? Non la
metterei certo in questi termini. Anche perché Mattarella
farà passare unidea di laicità di cui cè
grande bisogno nellItalia di oggi. Il principio di laicità
è un principio cristiano, perché è dellessenza
del cristianesimo la vocazione a distinguere i piani. In un momento
in cui si vorrebbero radicalizzare gli estremismi, opponendo un
laicismo alla francese al confessionalismo, una persona come
Mattarella è provvidenziale. Ci aiuterà a recuperare
il terreno perso in questi anni di contrapposizioni futili. Certo,
è uno che crede alla famiglia, e non lo nasconde. La
famiglia per lui non è una teoria da difendere o da imporre
ma unesperienza positiva vissuta. È significativo che il
momento dellelezione lo abbia vissuto insieme ai suoi. Infine trovo
molto positivo che i cattolici con una figura così scendano
dallAventino. Ci si era rifugiati nellidea che gli ambiti
dellimpegno fossero solo la cultura e il sociale, girando alla
larga dalla politica. Con Mattarella può ricominciare
unaltra stagione in cui i cattolici tornano allimpegno pieno nella
politica. È un bene per tutti. Il terzo settore può
quindi guardare con fiducia al settennato che si apre? Non ho
dubbi. Innanzitutto perché Mattarella stesso viene da
esperienza associazionistica. Poi perché la sua cultura
politica fa leva sulla passione che muove gli individui più
che sulle alchimie istituzionali. Cè un passaggio stupendo
della Democrazia in America di Toqueville (che non a caso era
diventato cattolico&) in cui dice che il despota non teme il
fatto di non essere amato dai sudditi, a patto che i sudditi non si
amino tra di loro. Il despota teme i sudditi che si amano tra di
loro, che costruiscono reti. Oggi il mondo ha despoti che magari
non riconosciamo, e che vogliono colonizzarci ideologicamente.
Costruire socialità e relazioni è il modo per non
restare schiavi di questi nuovi despoti. Penso che Mattarella sia
molto sensibile a questa idea di società libera e quindi
favorirà quelle leggi che facilitino laggregazione delle
persone, come ad esempio al riforma del Terzo settore.